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Foto di camilo jimenez su Unsplash

Nel vasto mondo del corpo umano, la giornalista e autrice Bethany Brookshire propone un’affascinante analogia: il nostro corpo è essenzialmente una serie di sacche sovrapposte. Questa insolita prospettiva, presentata su Scientific American, offre non solo uno strumento visuale, ma anche una comprensione semplice ma profonda delle intricati meccanismi fisiologici che ci compongono.

La metafora delle “borse” si rivela ubiqua in tutto il nostro organismo. Bethany attinge ampiamente dal libro “Moore’s Clinically Oriented Anatomy“, il quale paragona denti a articolazioni e rivela variazioni anatomiche sorprendenti, come costole extra o tessuto mammario in luoghi inattesi.

Immaginate il corpo umano come un insieme di sacche infilate in altre sacche, un concetto che trova riscontro in ogni angolo della nostra anatomia. La pelle viene descritta come uno strato di sacche sovrapposte, il cuore è contenuto in due sacche protettive, mentre cervello e midollo spinale sono avvolti dalle meningi.

Persino i muscoli, a livello macroscopico, sono organizzati in compartimenti fasciali che somigliano a cubi sottovuoto. Queste sacche non solo riducono l’attrito, ma forniscono anche una preziosa protezione agli organi delicati.

L’analisi prosegue fino al livello cellulare, dove ogni cellula stessa è equiparata a una borsa, con organelli interni che operano come micro sacche. Anche a un livello molecolare, le cellule utilizzano vescicole, minuscole sacche, per trasportare messaggeri chimici.

Questa prospettiva “borse fino al nucleo” non è solo un esercizio di visualizzazione, ma ha implicazioni cruciali in medicina. La comprensione e la replica di queste “borse” sono fondamentali per gli sviluppi scientifici e medici. Gli scienziati stanno esplorando l’uso di vescicole sintetiche per la somministrazione mirata di sostanze chimiche e la creazione di placente artificiali per neonati prematuri, dimostrando come l’analogia delle “borse” guidi progressi significativi in campo medico.

In definitiva, questa prospettiva rivoluzionaria ci invita a considerare il nostro corpo come una sequenza di sacche intricate e interconnesse. Siamo, in essenza, “borse fino al nucleo”, un’affermazione che si estende dalla nostra struttura fisica alle sfide mediche del futuro.