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Foto di Hush Naidoo Jade Photography su Unsplash

Il morbo di Alzheimer è tra le patologie più comuni sulla terra nel momento in cui si parla di persone in età avanzata. Nonostante questo, le risposte dietro ai misteri della suddetta malattie sono molte poche e mentre si cercare di capire come procedere per arginare i sintomi, si cerca anche di anticipare le diagnosi. Come il Parkinson infatti, non essendoci una cura, riuscire a mitigare fin da subito gli effetti può sensibilmente migliore la qualità di vita sul lungo periodo.

Diagnosticare l’Alzheimer in fase precoce non è per nulla semplice, ma alcuni ricercatori sembrano aver creato un test del sangue in grado di riuscirci. Si tratta di un’analisi estremamente facile e quindi alla portata di tutti, anche se eventuali valori vanno esaminati accuratamente.

 

L’esame del sangue per diagnosticare l’Alzheimer

Questo esame mira a ricercare due elementi specifici nel sangue, elementi che sono collegati appunto con la malattia. Si parla della beta-amiloide 42 e della beta-amiloide 40. L’idea alla base è che più basso sia il rapporto tra questi due elementi e più è probabile che la persona soffra, appunto, del morbo di Alzheimer. Il test che attualmente è stato approvato negli Stati Uniti, e che è ritenuto sicuro dalle autorità europea, è il PrecivityAD.

Un aspetto importante da sottolineare con questo test del sangue, e con altri che mirano a diagnosticare in anticipo l’Alzheimer, è che non tiene conto di altre forme di demenza. In sostanza, se una persona presenta qualche sintomo che può ricordare la patologie in questione, ma il risultato è negativo, potrebbe comunque esserci in atto un’altra condizione simile.