
All’interno della Riserva Naturale Orientata dello Stagnone di Marsala, istituita nel 1984 e circondata dalle storiche Saline Ettore Infersa, sorge uno dei tesori archeologici più straordinari al mondo: Mozia, conosciuta anche come Mothia o Motya.
Questa piccola isola, parte della Riserva Naturale Regionale delle Isole dello Stagnone, è un luogo di grande importanza storica e geografica. La sua posizione favorevole la rendeva un punto cruciale per l’ancoraggio delle navi fenicie nel Mediterraneo. In passato, si poteva accedervi via mare, grazie alla bassa profondità dell’acqua (circa 50 cm), e anche a piedi o a cavallo lungo un percorso subacqueo segreto.
L’isola di Mozia, chiamata anticamente Mothia, era la patria dei mercanti fenici di Marsala, prima che la loro città fosse distrutta dal tiranno Dionisio di Siracusa. Oggi, ufficialmente nota come Isola di San Pantaleo, è ricca di storia e mistero.
La sua riscoperta è associata al nome di un nobile inglese, Giuseppe Whitaker, che acquistò l’isola agli inizi del Novecento. Grazie ai suoi sforzi e agli scavi archeologici da lui promossi, vennero alla luce una necropoli e numerosi reperti e mosaici. La casa di Whitaker, oggi trasformata in museo, custodisce molti di questi tesori archeologici.
Un punto focale dell’isola è la statua greca in marmo conosciuta come “il Giovane di Mozia” o Efebo di Mozia, scoperta nel 1979. Si ritiene che questa statua sia stata trafugata da Selinunte e portata a Mozia dai Cartaginesi, che avevano saccheggiato Selinunte. La statua fu rinvenuta nel complesso del Santuario del Cappiddazzu, il cui nome in dialetto siciliano significa “largo cappello.” Questo santuario risale al VII secolo a.C. ed è situato all’interno delle mura della città, vicino alla Porta Nord. Nella stessa area sono stati scoperti reperti della necropoli e una zona presumibilmente utilizzata per la produzione di ceramiche.

Mozia è anche famosa per il suo Tofet, un santuario fenicio che risale alla fondazione della città. Inoltre, la zona del centro abitato ospita la Casa dei Mosaici, dove i mosaici raffigurano scene di lotta tra animali.
Oggi, l’isola di Mozia è visitabile in determinati orari, anche se l’attracco pubblico ai due moli non è consentito. La sua storia affascinante e la ricchezza archeologica che custodisce la rendono un luogo straordinario da esplorare.