Un termine che ha guadagnato molto spazio in questi anni è l’autostima, intesa come il modo in cui ci valutiamo o ci piacciamo. Pensare di essere degni e competenti può migliorare il nostro umore, le relazioni sociali e il nostro stile di vita in generale. Ma è importante capire una cosa: non è sufficiente stare di fronte a uno specchio e dire “Sono incredibile” per godere di una buona autostima.
La verità è che l’industria del benessere ha sbagliato nell’affrontare i problemi di autostima con parole emotive e discorsi motivazionali. Uno psicologo dell’Università di Dalhousie afferma che le azioni valgono molto di più in questi casi, o per dirla diversamente, “l’autostima non aumenta i buoni voti, i buoni voti aumentano l’autostima“.
Come si costruisce un’autostima sana?
La risposta sta nello sforzo, non nella vanità. È impossibile che tutti siamo eccezionali e superiamo i nostri compagni. Accettare queste cose con frasi come “Sono il migliore” o “Non c’è nessuno più intelligente di me” ci espone a continui colpi alla nostra autostima.
È per questo che gli esperti raccomandano di basare l’autostima nel fare bene le cose anziché parlare di quanto siamo bravi. Comportarsi in modo che sia in linea con i nostri obiettivi e darci qualcosa di cui essere orgogliosi permette di sviluppare una valutazione personale che non dipende dai risultati né dalle opinioni degli altri. Ed è proprio questo che significa imparare ad amarsi. “Dire a tuo figlio ‘Wow, hai lavorato davvero duro!’ o ‘Wow, stai imparando così tanto!’ invece di ‘Wow, sei così intelligente!’, lo aiuterà a sviluppare un’autostima più stabile“, spiega Simón Jerez, psicologo dell’Università di Dalhousie.
Che ci piaccia o meno, la nostra autostima si costruisce con azioni (sforzi) anziché con parole (risultati). Quindi, se la tua autostima dipende attualmente dalle relazioni con gli altri e dalle frasi motivate, cerca di concentrarti su quanto gentili o utili sono le tue azioni.
Se la tua autostima dipende dalla produttività, d’altra parte, cerca di concentrarti meno su quanto fai e più sull’impatto di ciò che fai. L’importante è premiare il duro lavoro e apprezzarlo per sviluppare l’autocompetenza, poiché le azioni conferiscono abilità e apprezzamento realistici che abbiamo per noi stessi.
La nostra autostima non è una panacea
Spesso l’autostima viene descritta come alta o bassa: ci piacciamo e confidiamo nelle nostre abilità o no. È vero, ma costruire un’autostima sana, realistica e stabile non è così semplice.
Le ricerche mostrano che i tentativi di rafforzare l’autostima nelle scuole attraverso lodi all’intelligenza in realtà ostacolano le performance accademiche. Quando gli studenti vengono elogiati, tendono a concentrarsi sul rendimento anziché sull’apprendimento. Hanno una motivazione estrinseca per i voti invece di una motivazione intrinseca per la conoscenza, il che impedisce loro di valutarsi correttamente.
Questo fenomeno in cui le persone fanno dipendere il proprio valore da qualcosa, è noto come “autostima contingente” e può essere volatile perché gli errori diventano minacce anziché opportunità. È per questo che i ricercatori credono che sia il momento di cambiare l’attenzione dalle parole alle azioni. “Le persone con alta autostima possono pensare di essere più popolari e amate, ma quelle con alta autostima contingente sono generalmente percepite come sospettose e sgradevoli. Come con i voti, l’accettazione sociale sembra aumentare l’autostima, non il contrario”, continua lo psicologo.
Quindi, in sintesi, non è sufficiente stare di fronte a uno specchio e dire “Sono incredibile”. In realtà sono necessarie azioni per iniziare ad apprezzarci per come siamo.