
Prima della pandemia c’erano coronavirus che giravano tranquillamente senza attirare la nostra e succede anche ora che è finita. Un esempio perfetto in tal senso riguarda il Cipro dove uno membro di questa famiglia di virus sta facendo una strage di gatti senza però destare particolari preoccupazione nel resto del mondo. Da gennaio si parla di oltre 300.000 esemplari di felini morti.
La causa di morte specifica è un focolaio di coronavirus che ha causato una epidemia di peritonite infettiva felina. I sintomi di questa malattia sono la febbre, il gonfiore addominale degli esemplari e la perdita di appetito. Purtroppo è una patologia fatale nella stragrande maggioranza dei casi se non viene trattata. Sono gatti randagi e anche se vengono considerati parte della comunità, è difficile controllarli tutti.
Il coronavirus e la strage di gatti
Le parole degli esperti: “L’epidemia è iniziata nella capitale Nicosia a gennaio e si è diffusa in tutta l’isola in tre o quattro mesi. I tassi di infezione tendono ad essere più alti nei gatti che vivono in spazi ristretti e condividono servizi igienici. È anche importante notare che il virus può essere trasmesso meccanicamente su spazzole per toelettatura, palette per lettiera per gatti e persino su piedi e mani umane.”
Al momento questo virus non può passare alle persone, ma c’è comunque un allarme. Un focolaio di questa malattia è stato registrato in gatti in Turchia, Libano e forse anche Israele. Il fatto di aver raggiunto proprio la Turchia è un problema in quanto presenza un enorme popolazione di randagi.