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Foto di Norbert Kowalczyk su Unsplash

L’agenzia spaziale russa ha dovuto programmare una missione di soccorso verso la Stazione Spaziale Internazionale. La missione avverrà tra tre giorni, il 24 febbraio e l’obiettivo è riportare sulla terra i tre astronauti che sono rimasti coinvolti in un incidente con la navicella spaziale Soyuz MS-23. La suddetta è rimasta danneggiata a causa di un meteorite che l’ha colpita durante il viaggio.

Il minuscolo meteorite che ha colpito la Soyuz ha portato alla fuoriuscita di refrigerante dalla navicella. Al suo interno c’erano astronauti, due russi e uno statunitense. Il problema di questa operazione è in realtà il fatto che è la seconda che provano. La prima volta un’altra navicella, la Soyuz MS-21, ha avuto lo stesso imprevisto, la perdita di refrigerante.

 

La Stazione Spaziale Internazionale e il tempo che scorre

La realtà dei fatti è che tutto quello collegato alla Stazione Spaziale Internazionale sta invecchiando. La stazione stessa ormai è entrata in un processo di disuso che verosimilmente vedrà la fine verso il 2030. Sempre più problemi stanno sorgendo come piccoli fori dovuti agli oggetti che viaggiano all’esterno, oltre ai vari malfunzionamenti. Un cambio di rotta non così repentino visto che ormai si parla della nascita di nuove stazioni, sia una nuova internazionale che un’altra in orbita attorno alla Luna.

La Cina ha già iniziato la messa in orbita di una propria stazione al momento non condivisa con nessun’altro paese anche si parla di includere la Russia nel progetto. Quest’ultima, tra i vari problemi generali, sta però dimostrando di non allocare più troppi fondi in questo settore con le navicelle Soyuz che hanno sempre più problemi, appunto.