La peste nera, l’epidemia responsabile di aver quasi spazzato via la popolazione europea a metà del 1.300, è spesso associata ai topi. Questi animali, insieme alle pulci che li infestavano, sono considerati i responsabili di quanto è successo. I suddetti hanno fatto da serbatoio per il batterio che effettivamente causa il tutto, ma secondo una nuova ricerca, c’è un nuovo aspetto da considerare.
Secondo i ricercatori, questi animali hanno fatto da serbatoio, ma non in un unico evento durato sei anni. Piuttosto, si parla di una serie ondate di nuove infezioni che sono arrivate dall’Asia. Non si parla quindi di una situazione particolarmente sfortunata dove pochi esemplari infetti hanno portato il batterio in tutto il continente. C’è stata una ripetizione di accesso a bacini dov’era presente la peste.
Peste: perché i topi non sono così responsabili
Il motivo dietro questa teoria riguarda proprio i topi e ci sono diversi motivi. Per cominciare, per quanto non possa sembrare, non sono animali così veloci a spostarsi per un continente intero. Non è possibile legare i milioni di morti a un epicentro specifico in Europa. L’altro motivo riguarda il clima europeo, non così ideale per garantire la sopravvivenza a lungo termine dei cosidetti animali serbatoio; al contrario in Asia ci sono luoghi particolarmente adatti alla sopravvivenza di quest’ultimi.
I momenti di picco della peste nera in Europa sono avvenuti durante i mesi più caldi e secchi. Questo importante perché differisce dal periodo di maggior diffusione dei parassiti dei topi. Questo implica che il contagio sia stato spinto soprattutto dai contatti umani diretti e con gli stessi topi piuttosto che con le pulci. Al momento si tratta di una teoria.