diagnosi morbo di alzheimer
Il morbo di Alzheimer potrebbe essere diagnosticato con un semplice esame del sangue. Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Un gruppo di neuroscienziati provenienti dall’Università di Goteborg, dalla School of Medicine dell’Università di Pittsburgh, dall’Università di Brescia e dall’Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia, ha sviluppato un test in grado di rilevare un nuovo marcatore della neurodegenerazione della malattia di Alzheimer in un campione di sangue.

Secondo i ricercatori, questo nuovo biomarcatore, chiamato “tau derivato dal cervello” o BD-tau, supera gli attuali test diagnostici utilizzati per rilevare clinicamente la neurodegenerazione correlata all’Alzheimer tramite analisi del sangue. Questo marcatore è infatti specifico della malattia di Alzheimer e sembra trovi piena corrispondenza nelle analisi che rilevano i biomarcatori della neurodegenerazione di Alzheimer nel liquido cerebrospinale (CSF).

 

Le attuali difficoltà nella diagnosi

Gli attuali test per diagnosticare il morbo di Alzheimer richiede sono costosi e richiedono molto tempo per essere programmati. In molti paesi la sanità ha un costo elevato o dei tempi biblici per esami così sofisticati e questo rappresenta un grosso ostacolo per i pazienti.

Attualmente infatti le linee guida richiedono il rilevamento di tre componenti distinti della patologia di Alzheimer: la presenza di placche amiloidi, grovigli di tau e neurodegenerazione nel cervello, mediante imaging o analizzando campioni di CSF.

La ricerca di biomarcatori AT(N) convenienti e affidabili nei campioni di sangue potrebbe dunque essere la soluzione per queste difficoltà. I campioni di sangue sono raccolti in modo poco invasivo, rapidamente e sia la raccolta che l’analisi non richiedono molte risorse.

Sino ad ora, gli esami del sangue alla ricerca di biomarcatori per l’Alzheimer, erano in grado di rilevare solo due dei tre parametri che si ricercano per la diagnosi. Possono infatti rilevare con precisione anomalie nell’amiloide-beta plasmatica e nella forma fosforilata della tau. Ma il più grande ostacolo nell’applicazione del quadro AT(N) ai campioni di sangue risiede nella difficoltà di rilevare marcatori di neurodegenerazione che sono specifici del cervello e non sono influenzati da contaminanti potenzialmente fuorvianti prodotti in altre parti del corpo.

 

Un nuovo e semplice esame del sangue per individuare con certezza l’Alzheimer

Applicando conoscenze di biologia molecolare e biochimica delle proteine tau in diversi tessuti, come il cervello, il team di ricerca è riuscito nell’intento di sviluppare una tecnica per rilevare selettivamente la BD-tau evitando la fluttuazione libera di proteine “big tau” prodotte al di fuori del cervello.

Per riuscirci hanno progettato uno speciale anticorpo che si lega selettivamente alla BD-tau, rendendola facilmente rilevabile nel sangue. Il test è stato convalidato su oltre 600 campioni di pazienti, compresi alcuni la cui diagnosi di Alzheimer è stata confermata dopo la morte, e altri con carenze di memoria e morbo in fase iniziale.

I test hanno mostrato che i livelli di BD-tau rilevati nei campioni di sangue di pazienti con malattia di Alzheimer utilizzando il nuovo test corrispondevano ai livelli di tau nel liquido cerebrospinale e distinguevano in modo affidabile l’Alzheimer da altre malattie neurodegenerative. I livelli di BD-tau correlavano anche con la gravità delle placche amiloidi e dei grovigli di tau nel tessuto cerebrale confermati tramite analisi dell’autopsia cerebrale.

Sembra dunque che il team di ricerca abbia davvero messo a punto un esame del sangue in grado di rilevare il morbo di Alzheimer in modo più economico, più sicuro e più facile da somministrare. Il passo successivo sarà dunque quello di condurre una validazione clinica su larga scala in una vasta gamma di gruppi di ricerca con campioni più ampi, compresi quelli che reclutano partecipanti di diverse origini razziali, etniche o più in avanti con gli anni. Questi progetti sono fondamentali per garantire che i risultati dei biomarcatori siano generalizzabili e validi per tutti.