
Il Long Covid è considerabile per certi versi una complicanza della normale malattia causata dall’infezione da SARS-Cov-2. Uno dei sintomi più noti di questa patologia è di natura neurologica. Definita da chi la sperimenta come una nebbia cerebrale, si parla in realtà di un’ampia varietà di problemi di memoria e di concentrazione che si presentano anche durante il sonno e a volte mentre si parla.
Considerando che il Long Covid può durare mesi e addirittura anni, o perlomeno ci sono alcuni casi che stanno andando avanti da più di 365 giorni, gli scienziati sono tutt’ora al lavoro per capirne le dinamiche. Un recente studio ha visto come il coronavirus in questione riesce ad eliminare le connessioni sinaptiche di alcuni neuroni causando quindi, di fatto, una perdita di facoltà cognitive. Questa eliminazione è troppo veloce per il cervello per riuscire a starne dietro e crearne delle nuove.
Long Covid: l’effetto del coronavirus sul cervello
Questa scoperta al momento non porta a niente direttamente se non apre nuove strade di indagine. Sapendo cosa il Long Covid stia causando in alcune persone, rende possibile provare a trovare trattamenti specifici per salvaguardare tutti gli organi che vengono interessati. La perdita di sinapsi in modo eccessivo è un problema che alla lunga diventa irreversibile. Se normale processo di sostituzione avviene in tutti noi senza problemi, quanto c’è uno sbilanciamento, può verificarsi la comparsa di altre patologie visto che i cambiamenti osservati nello studio sono simili a quelli visti in disturbi neurodegenerativi, come l’Alzheimer, e in generale del neurosviluppo, come la schizofrenia.