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Prevedere con largo anticipo i terremoti aiuterebbe a salvare molte persone in giro per il mondo, ma non è quasi possibile. Ci sono dei segnali che possono aiutare a capire cosa potrebbe succedere, ma arrivano molto tardi. Detto questo, perlomeno dall’altra del mondo, c’è una faglia che offre uno qualcosa di diverso. Si parla della zona di subduzione di Hikurangi e dei resti di organismi marini.

Questa zona in particolare è la responsabile di terremoti di magnitudo 8 e superiori nella vicinanza della Nuova Zelanda. Una caratteristica particolare della suddetta è la presenza di una quantità enorme di cadaveri di organismi marini vecchi di milioni di anni. Si trovano sotto forma di depositi di calcite e il modo con cui reagiscono al calore può aiutare a prevedere un fenomeno sismico.

 

Prevedere i terremoti grazie a resti di animali

Le parole dei ricercatori: “La quantità e il comportamento della calcite di questi organismi è un grosso pezzo del puzzle di quanto potrebbe essere grande il prossimo terremoto. La calcite si dissolve più velocemente quando è molto stressata e quando le temperature sono più basse. Si dissolve più facilmente a basse temperature, diciamo a temperatura ambiente. Ma diventa più difficile dissolversi all’aumentare della temperatura, diciamo, più in profondità nella Terra.”

Guardando i diversi segnali che la zona ci offre, i ricercatori parlano della probabilità di oltre il 26% dell’arrivo di un terremoto in grado di generare uno tsunami enorme entro i prossimi 50 anni. Secondo loro, riuscire a capire meglio come la calcite reagisce permetterebbe di fare una previsione ancora più precisa.