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L’influenza aviaria è un problema che non è mai scomparso, ma che le autorità preposte in giro per il mondo hanno cercato di circoscrivere nel corso degli anni. Non sempre però le misure scelte funzionano e ancora una volta ci troviamo in una situazione critica. In Europa sono stati segnalati quasi 50 milioni di volatili colpiti da questo agente patogeno.

Le autorità hanno segnalato moltissimi casi di influenza aviaria tra gruppi di volatili selvatici, ma come sempre ci sono anche molti allevamenti di pollame colpiti. Come l’influenza umana i casi sono speso ciclici. Con il caldo i numeri calano mentre con il ritorno del freddo ritornano ad aumentare, aspetto legato soprattutto alla migrazione. Questa estate non è andata proprio e i casi sono continuati a salire.

 

I casi di influenza avaria in Europa aumentano

Le parole di Guilhem de Seze, responsabile della valutazione del rischio per le autorità dell’Unione Europea: “Con l’inizio della migrazione autunnale e l’aumento del numero di uccelli selvatici che svernano in Europa, è probabile che siano maggiormente a rischio di infezione dall’influenza aviaria ad alta patogenicità rispetto agli anni precedenti a causa della persistenza osservata del virus in Europa.”

Quest’anno il numero dei focolai nel periodo estivo rispetto all’anno scorso sono stati cinque volte di più. Questa concentrazione in Europa di casi di influenza avaria ha spinto l’epidemia verso altri continenti, come il Nord America. Anche qui l’effetto è stato quello dell‘abbattimento di numerosi casi, o interi allevamenti, praticamente l’unica soluzione possibile in caso di contagi non controllati.