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Non c’è niente di più interessante di un’immersione profonda nei fatti dietro la finzione. Ecco perchè, questa volta, siamo stati catturati ancora una volta da un’altra drammatica rivisitazione della storia: Never Look Away – Opera senza autore.

Disponibile su Sky Cinema, il film del 2018 ha prodotto una rinnovata attenzione e, giustamente, per la vita del pittore Gerhard Richter. Il dramma romantico è stato scritto e diretto da Florian Henckel von Donnersmarck ed è stato nominato a due Academy Awards agli Oscar nell’anno in cui è stato distribuito come miglior film in lingua straniera e miglior fotografia, segnando il traguardo di una seconda volta in cui un film in lingua tedesca e di un regista tedesco è stato nominato in più categorie. Quando è stato distribuito, il film ha ricevuto anche una standing ovation di 13 minuti al Festival del Cinema di Venezia, quindi non c’è da meravigliarsi se gli spettatori sono rimasti a bocca aperta ancora una volta assoporandone le vicende anche a casa.

Il film, uscito nel 2018, segue il protagonista Kurt Barnert (interpretato da Tom Schilling) dalla sua infanzia nella Germania nazista alla Berlino Est del dopoguerra, dove si innamora di Ellie (Paula Beer), una giovane donna il cui padre è un ex – soldato nazista nascosto (Sebastian Koch), fino a quando fugge a Berlino Ovest prima della costruzione del Muro di Berlino e, infine, fino a quando diventa una parte iconica del nuovo movimento nell’arte contemporanea.

La storia, secondo Donnersmarck, è solo vagamente basata sulla vita di Richter, visto che lo stesso regista afferma che la sua ispirazione è stata scaturita da un articolo che il famoso giornalista investigativo tedesco Jürgen Schreiber aveva scritto sul pittore e sull’oscura verità sulla morte di sua zia.

Quel che Schreiber scoprì nel 2002 fu che il suocero di Richter, Heinrich Eufinger, era stato un medico delle SS di alto rango durante la Germania nazista, responsabile delle sterilizzazioni di donne ritenute all’epoca non idonee a riprodursi, una delle quali era quella di Richter, la zia Marianne Schönfelder (mentre Eufinger non ha eseguito l’operazione, era il direttore dell’ospedale dove è stata eseguita). Richter ha scoperto per la prima volta il legame tra le famiglie attraverso l’articolo, quando aveva ormai 70 anni.

Durante la ricerca e la scrittura del film, Donnersmarck ha affermato di aver trascorso settimane con Richter per discutere della sua incredibile storia di vita (ma non ha rivelato nessuna delle loro conversazioni). Il regista ha aggiunto che Richter non voleva che il personaggio del titolo del film portasse il suo nome, suggerendo ulteriormente che il protagonista avrebbe dovuto svolgere un’altra professione. Quando finì di scrivere la sceneggiatura, Donnersmarck la lesse per intero al pittore in modo che potesse vedere quanto era stato omesso dai veri eventi. Richter, in seguito, si rifiutò di vedere il film a causa della reazione emotiva che avrebbe potuto innescare. “Forse il film è per tutti tranne che per lui“, ha detto una volta il regista.

Tuttavia, quando gli è stato chiesto di parlare del film l’anno successivo alla sua uscita, Richter riferì ai media che il regista non aveva fatto abbastanza per nascondere i dettagli biografici della sua vita, affermando che Donnersmarck aveva “abusato” e “distorto” la sua storia.

Ad ogni modo, un film che va visto ed assaporato con il gusto storico di eventi realmente accaduti e, in qualche maniera, romanzati. Beneficiando di una colonna sonora suggestiva che incornicia la storia in un brivido.