
Chi vive a Roma, perlomeno in alcune zone, sa benissimo cosa vuol dire convivere con dei pappagalli selvatici. Che poi selvatici non è propriamente vero visto che sono esemplari domestici scappati e che hanno proliferato. Un luogo dove invece è normale trovarli in natura è l’Australia, ma anche lì quelli selvatici convivono con quelli scappati da alcune case e il risultato di questa combinazione è interessante.
Camminando in alcune zone dell’enorme isola puoi infatti imbatterti in conversazioni, si fa per dire, accese tra dei pappagalli. Uno scenario che fa quasi impressione visto che non ti aspetteresti di sentire così tante parole umane mentre sei in mezzo al nulla, soprattutto visto che molte di queste sono parolacce. Se infatti una delle cose più comuni nell’avere questi uccelli da compagnia è insegnarli brutte parole, questi una volta scappato hanno involontariamente fatto lo stesso con gli esemplari allo stato brado.
Pappagalli dalla lingua lunga
Le parole di un’ornitologa australiano, Jaynia Sladek: “Non c’è motivo per cui, se si presentano agli altri alcune parole, anche un altro membro del gruppo non le impari. Fa parte del loro linguaggio.” Ma nel repertorio di questi pappagalli non ci sono solo parolacce per fortuna.” Apparentemente la cosa più comune che si può sentire è “Hello, cockie“.
Un aspetto interessante è che in una provincia, una delle specie di pappagalli si sia molto fossilizzata su alcuni suoi piuttosto che delle parole, suoni tramandati di generazione in generazione però visto che si tratta di suoni di seghe, asce e macchine fotografiche che ormai non si utilizzano più. Soprattutto quest’ultimi sono una consuetudine perché capita spesso che i turisti si mettano a fare foto agli uccelli in questione e a questi viene facile imparare il suono appena sentito.