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Ph. Credit: Israel Antiquities Authority via Facebook

Un team di archeologi israeliani ha scoperto, in un modo davvero molto particolare, un importante reperto archeologico risalente a circa 1500 anni fa. Si tratta di un amuleto comune, conosciuto come il “Sigillo di Salomone”.

 

IL Sigillo di Salomone di Arbel

Il manufatto fu scoperto nel nord dello Stato di Israele, nella regione biblica della Galilea, vicino al Mar di Galilea. A scoprirlo fu Tova Haviv, uno dei primi abitanti del villaggio di Arbel, circa 40 anni fa. Soltanto ora però un membro della famiglia ha consegnato il manufatto alla Israel Antiquities Authority (IAA).

Una volta entrati in possesso dell’oggetto, gli archeologi hanno potuto analizzarlo, datandolo attorno al V o VI secolo d.C., e ritenendo che si trattasse di un “Sigillo di Salomone”. Ciondoli e amuleti come questo, all’epoca erano molto comuni in Galilea e Libano ed erano utilizzati per allontanare gli spiriti maligni. Si riteneva infatti che tali amuleti fossero in grado di proteggere donne e bambini dagli spiriti maligni.

 

Un ciondolo dalle complesse iscrizioni

Il reperto è un ciondolo di forma quasi triangolare, che ricorda la sagoma di una pera. Su di esso vi sono complicate iscrizioni su entrambe le facce. Nella parte anteriore è raffigurato un cavaliere con l’aureola a cavallo. L’eroe è raffigurato mentre lancia una lancia verso una figura femminile che gli esperti hanno identificato come Gello, un demone femminile della mitologia greca.

Attorno al cavaliere vi è un’iscrizione in greco che significa “L’unico Dio che vince il male”. Mentre sotto il cavallo si distinguono le tre lettere greche “IAW Θ”, che indicano il nome del dio ebraico YHWH o Yahweh.

Dall’altro lato dell’amuleto invece è raffigurato un occhio trafitto da diverse frecce circondato da un serpente, due leoni, un uccello ed uno scorpione. Anche su questo lato è presente un’iscrizione, che recita: “Un Dio”.

 

Il Sigillo di Salomone: un amuleto per proteggere donne e bambini

Come spiega il dottor Eitan Klein, vicedirettore dell’Unità di prevenzione dei furti di antichità dell’IAA, l’amuleto potrebbe essere stato indossato per proteggere donne e bambini dagli spiriti maligni. Questo è quello che suggerisce la raffigurazione della figura demoniaca di Gello. Si riteneva infatti che essa causasse infertilità e aborti spontanei e mortalità infantile.

Nella mitologia greca, Gello era infatti una giovane donna che morì vergine per poi fare ritorno come spirito vendicativo. Nella tradizione bizantina invece, i gello erano delle creature notturne che uccidevano bambini innocenti.

Come spiega dunque l’archeologo, “l’amuleto fa parte di un gruppo di amuleti dal V al VI secolo d.C. provenienti dal Levante che furono probabilmente prodotti in Galilea e in Libano. Questo gruppo di amuleti è talvolta chiamato ‘Sigillo di Salomone’ e il cavaliere è raffigurato mentre vince lo spirito malvagio, in questo caso una donna identificata con la figura mitologica Gello/Gyllou, che minaccia donne e bambini ed è associata al malocchio. L’occhio sul rovescio è identificabile come il malocchio, essendo attaccato e vinto con vari mezzi”.

Dato l’insolito modo in cui è stato portato alla luce il reperto, l’IAA ha dichiarato in un post su Facebook: Ringraziamo il donatore dell’amuleto per aver dimostrato una buona cittadinanza. Oggetti di questo tipo raccontano la storia e il patrimonio di Israele e appartengono a tutti i cittadini di Israele, sia legalmente che in termini di valore culturale”.