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Image by Jake Heckey from Pixabay

Sono molti i mammiferi provvisti di baffi per “sentire” l’ambiente che li circonda, simile alla sensazione del tatto. Tuttavia, i mezzi con cui i baffi comunicano questo senso del tatto al cervello sono rimasti ancora alquanto offuscati. Recentemente, un team di scienziati ha scoperto che i baffi dei mammiferi non sono coperti dai sensori. Il rilevamento avviene invece alla base dei baffi, nascosto all’interno di un piccolo follicolo.

Entrare nel follicolo per analizzare questa trasmissione biologica non è stato un compito facile, poiché è molto difficile da studiare. Una nuova ricerca ha dunque esplorato una simulazione meccanica senza precedenti per scoprire come funziona il rilevamento dei baffi.

Gli scienziati hanno combinato alcune osservazioni anatomiche dei ratti e hanno creato una simulazione che mostra che la base dei baffi si trasforma in una forma a “S” quando viene toccata. Questa forma caratteristica spinge e tira alcune cellule sensoriali di comunicare al cervello che cosa sta accadendo. “La parte dei baffi che attiva i sensori tattili è nascosta all’interno del follicolo, quindi è incredibilmente difficile da studiare“, ha spiegato Mitra Hartmann, professore di ingegneria biomedica presso la Northwestern University negli Stati Uniti. “Sviluppando nuove simulazioni, possiamo ottenere nuove informazioni sui processi biologici che non possono essere misurati direttamente“.

 

Lo studio

Il modello, dettagliato nell’articolo scientifico pubblicato su PLOS Computational Biology, è una versione semplificata della realtà e utilizza solo un set limitato di dati, ma fornisce agli scienziati alcuni suggerimenti utili su come i baffi si abituano a sentire l’ambiente circostante. Parte del modello meccanico prevedeva l’applicazione della teoria della trave, spesso utilizzata in ingegneria e geologia per scoprire come la flessione dei materiali o le placche tettoniche possono interagire tra loro.

In questo caso, il team ha scoperto che il cambiamento nella forma dei baffi sarebbe lo stesso, indipendentemente dal fatto che vengano premuti attivamente contro qualcosa o toccati passivamente da un oggetto, ad esempio. “Il nostro modello mostra coerenza nel profilo di deformazione dei baffi tra tocco passivo e attivo“, ha spiegato l’ingegnere meccanico Yifu Luo, della Northwestern University. Ciò significa che lo stesso gruppo di cellule sensoriali “risponderà quando i baffi saranno deviati nella stessa direzione in entrambe le condizioni“.