I cosiddetti test di verginità, che prevedono metodi di ispezione opinabili, sono test effettuati finora con la convinzione che possano determinare se una donna è ancora vergine. È una tradizione di lunga data in molti Paesi, incluso il Pakistan, valutare “l’onore o la virtù” di una ragazza o di una donna.
I test vengono eseguiti in varie situazioni, ad esempio prima del matrimonio o anche per valutare l’idoneità a un determinato lavoro. In alcune regioni, anche le vittime di stupro sono prese di mira per determinare se si sia verificata o meno una violenza sessuale.
Nei giorni scorsi, la Corte Superiore di Lahore, nella provincia pakistana del Punjab, ha dichiarato che si tratta di una pratica illegale, considerato che “non ha basi mediche” e che “offende la dignità personale della vittima e, quindi, è contro il diritto alla vita e il diritto alla dignità”.
Nella sua decisione, il giudice Ayesha Malik ha affermato che questi test “non hanno valore forense nei casi di violenza sessuale” e che sono discriminatori nei confronti delle donne. Il magistrato ha anche incaricato il governo di sviluppare linee guida e programmi per garantire che questa pratica sia persino vietata.
Per ora, questo divieto si applica solo al Punjab, la provincia più popolosa del Pakistan, dove vivono oltre 110 milioni di persone. Tuttavia, le attiviste per i diritti delle donne che hanno lanciato la questione ritengono che la decisione costituirà un precedente per i tribunali di tutto il Paese.
Dopo il verdetto, il ministro pakistano con il portafoglio dei diritti umani, Shireen Mazari, ha scritto su Twitter: “La decisione del giudice Ayesha Malik è un giudizio audace e chiaro contro l’umiliante e assurdo ‘test a due dita’. Un giudizio sorprendente, infatti“.
Un esempio per altri Paesi
Oltre al Pakistan, questa pratica continua ad essere svolta in diversi paesi sviluppati, come Stati Uniti, Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Svezia, Francia e Spagna.
A fine 2020 è stato annunciato in Francia un disegno di legge che intende punire un operatore sanitario che rilascia un certificato di verginità con una pena di un anno di reclusione e una multa di mille euro.
Tuttavia, alcuni esperti temono le conseguenze del loro divieto, in quanto le donne potrebbero cercare di fare gli stessi test sul “mercato nero” o rischiare reazioni violente da parte dei loro familiari.
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