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Lo scorso giovedì notte, il cielo del Texas meridionale è stato illuminato da uno straordinario spettacolo cosmico, una enorme meteora esplosa nel cielo buio. Dell’evento è stato registrato un filmato, catturato da un meteorologo di Brownsville dove appare evidente la scia della palla di fuoco nel cielo notturno prima di sparire in un ultimo gigantesco lampo.

 

La meteora fa parte dello sciame delle Leonidi

Questa enorme stella cadente faceva parte della pioggia di meteoriti delle Leonidi, secondo il Brownsville National Weather Service. Questo sciame meteorico è composto dai resti della cometa 55P/Tempel-Tuttle che seguono la loro orbita attorno al sole e che la Terra incrocia ogni anno a novembre.

Queste stelle cadenti in realtà sono già visibili dai primi di novembre e lo saranno fino a fine mese, ma le notti attorno al 17 sono state le più spettacolari. In questi giorni infatti le Leonidi hanno raggiunto il loro massimo facendo registrare il più alto numero di passaggi all’ora.

Questo sciame meteorico, che deve il suo nome al fatto che sembra provenire dal quadrante astronomico in cui si trova la costellazione del Leone, tocca un suo punto massimo ogni 33 anni. In questo picco offre uno spettacolo impressionante con grandi meteore e stelle cadenti dalle scie molto luminose e consistenti.

L’ultimo dovrebbe essersi verificato nel 2001, o nel 2002 secondo alcuni astronomi. Dovremo quindi attendere ancora un po’ per questo evento straordinario, ma intanto ci hanno comunque regalato questo straordinario spettacolo osservato in Texas lo scorso giovedì.

 

Nessun danno registrato, ora si attendono gli sciami di dicembre

L’NWS ha riportato su Twitter che non ci sono segnalazioni relative a danni e che la meteora è probabilmente bruciata nell’atmosfera, dissolvendosi completamente in uno spettacolo pirotecnico cosmico.

Se non avete avuto l’occasione di osservare questa pioggia di stelle cadenti o straordinari eventi del genere, non preoccupatevi, abbiamo ancora due occasioni, entrambe a dicembre con le Geminidi e le Ursidi.

Ph. credit: NYPost