Il mistero della scomparsa della civiltà Rapa Nui dall’Isola di Pasqua potrebbe finalmente avere una spiegazione. Le prime tracce concrete della presenza di questa popolazione dell’isola risalgono ad un periodo tra il 1250 ed il 1500 e corrispondono ai famosi Moai, le enormi teste di pietra che attraggono visitatori da tutto il mondo.
Il declino della popolazione Rapa Nui
Nel periodo in cui furono realizzate queste colossali statue, sull’Isola di Pasqua la cultura Rapa Nui era fiorente e florida. Ma dalla scoperta dell’isola da parte degli europei, nel XVIII secolo, le risorse dell’isola andavano diminuendo e la popolazione che vi viveva entrò in una fase di declino che, alla fine del XIX secolo aveva portato a solo 111 persone, il numero degli abitanti. Davvero un numero esiguo se paragonato ai 3000 abitanti di soltanto cento anni prima.
Ma che cosa ha portato la popolazione Rapa Nui a scomparire dall’Isola di Pasqua? Per molto tempo i ricercatori hanno ipotizzato che la colpa potesse essere stata della tratta degli schiavi, dell’esaurimento delle risorse e degli europei che avrebbero portato nuove malattie sull’isola. Ma secondo una recente ricerca, a causare la scomparsa del popolo Rapa Nui, potrebbero essere stati i cambiamenti climatici.
Una ricerca su base temporale e climatica
Il team di ricercatori ha analizzato una serie di crisi che hanno colpito l’Isola di Pasqua. La prima si verificò durante la mini era glaciale che ebbe luogo tra il 1450 ed il 1550. Mentre un secondo declino si ebbe tra il 1772 ed il 1774 quando vi fu l’arrivo dei primi europei sull’isola. Gli europei furono a causa anche della crisi osservata nel XIX secolo, quando iniziarono a vendere gli abitanti di Rapa Nui come schiavi.
Dai risultati delle ricerche è emerso che vi era un disequilibrio tra la popolazione e le risorse naturali del luogo in cui viveva. Nello studio sono stati considerati aspetti come le variazioni climatiche di questa parte del Pacifico, i dati raccolti durante gli scavi archeologici, le fluttuazioni nella popolazione e i cambiamenti nell’agricoltura nel corso dei secoli.
Il cambiamento climatico ha influito sulla popolazione umana dell’Isola di Pasqua
I dati raccolti per tutti questi aspetti sono stati inseriti poi in un modello teorico basato sull’ecologia della popolazione da un team di ricercatori dell’Università di Oslo. Secondo il professor Nils Stenseth, biologo dell’Università di Oslo, il declino dell’Isola di Pasqua è legato agli effetti a lungo termine che il cambiamento climatico ha avuto sulla capacità di produzione alimentare dell’isola.
L’Isola di Pasqua, è infatti fortemente influenzata dalle correnti oceaniche El Nino e La Nina. E sembra che sia molto più sensibile a La Nina. Questo significa che sull’isola vi è stata una diminuzione delle precipitazioni. I modelli climatici hanno mostrato la piovosità per periodi di circa 400 anni, determinando che queste hanno decisamente influenzato il modo in cui le popolazioni dell’isola sono aumentate o diminuite e hanno sfruttato le risorse disponibili
Lo studio dell’Isola di Pasqua e della sua storia potrebbe essere d’aiuto all’intero genere umano
Il professor Mauricio Lima dell’Università Católica de Chile di Santiago ha spiegato che “la popolazione di Rapa Nui viveva, e vive, su un’isola piccola e remota con risorse limitate, e noi stessi viviamo su un pianeta piccolo e remoto con risorse limitate. Una delle lezioni da questo studio è l’importanza delle interazioni tra cambiamento climatico, dimensione della popolazione umana e cambiamenti nell’ecosistema. Questi tre fattori hanno influenzato la popolazione di Rapa Nui, e sono importanti anche su scala globale. Abbiamo studiato l’Isola di Pasqua e la sua storia perché stiamo cercando di capire cosa sta succedendo al pianeta”.
Gli studi appena condotti in questa remota isola del Pacifico potrebbero dunque essere di aiuto per capire che cosa sta accadendo oggi sul nostro Pianeta e come il cambiamento climatico potrebbe influire sulla capacità dell’uomo di continuare ad abitare la Terra.