Uno dei problemi che si è presentato soprattutto all’inizio della pandemia, quando la paura era ancora tanta, era il dubbio se i nostri animali siano in grado di trasmettere il coronavirus. Un po’ da tutto il mondo arrivavano notizie affermative in merito, ma erano veramente poche. Qualche cane a Hong Kong, dei gatti in Olanda, una tigre negli Stati Uniti e poco altro.
Basti pensare che in tre mesi di emergenza Covid-19, alla fine sono solo due i casi ufficiali in tal senso, di animali che sono stati in grado di trasmettere il SARS-CoV-2. Questo implica che effettivamente ci sia la possibilità, ma questa è ridotta ai minimi termini, se così non fosse i casi sarebbe molti, ma molti di più.
Nonostante questo, la sola possibilità che questi animali siano in grado di trasmettere all’uomo, è un rischio per tutti. Alcuni ricercatori chiedono infatti di fare controlli più intensivi così da evitare una eventuale nascita di nuovi focolai.
Coronavirus e animali
Ci sono una serie di animali che sembrano essere più suscettibili a contrarre il virus e a subire qualche sintomo legato alla malattia Covid-19. Si tratta di alcune razze di gatti domestici, grandi felini come leoni e tigri, ma anche visoni d’allevamento e qualche cane. C’è il dubbio anche su un altro gruppo di animali, donnole, tassi, martore e ghiottoni.
Detto questo, il rischio non è minimamente comparabile con quello che è successo prima che il virus fosse arrivato all’uomo. Il passaggio dal pipistrello, a forse il serpente e al sempre più certo pangolino è avvenuto a causa della mutazione del virus durante un’incubazione molto lunga. È molto difficile assistere a tutto ciò nei nostri gatti domestici, per esempio.