Il danno all’economia dovuta a questa quarantena globale per via del coronavirus è alto, ma in questo momento dobbiamo guardare all’Italia. Il danno al turismo è ingente e molto imprenditori hanno paura per il futuro, per la stagione estiva, la stagione per eccellenza di tale settore. Si cerca ogni possibile soluzione per farla partire e non vederla sfumare. Tra questi progetti ce n’è uno particolare pensato per le spiagge.
Ombrelloni e lettini distanziati è solo l’inizio, ci vuole qualcosa per garantire che le persone stiano effettivamente a distanza. Come? Creare cubicoli di plexiglass da mettere tra ogni postazione e l’altra. Un po’ come quegli uffici tutti in fila separati solo da cubicoli di cartongesso, o semplice plastica.
Coronavirus: un’idea per le spiagge
Il progetto è già stato bocciato e non da qualcuno dall’altro, anzi. I bagnini hanno già sottolineato l’infattibilità di tutto questo. Il clima all’interno di quelle aree protette da pareti di plastica sarebbe soffocante e probabilmente il coronavirus sarebbe l’ultimo dei problemi. Per poter riaprire per quest’estate c’è bisogno di rigide regole sul distanziamento. Un utopia che difficilmente si vedrà concretizzarsi.
Le persone non riescono a rispettare le regole neanche con la situazione attuale. Quando quest’estate la maggior parte dei morti sarà solo un amaro ricordo, ecco che le misure saranno viste solo come un qualcosa che va a minare la propria libertà. Basta già vedere cosa è successo negli scorsi due giorni, Pasqua e Pasquetta.
Persone che hanno lasciato le proprie case per andare a festeggiare chissà dove. Una mossa che equivale sputare su tutto quello che è stato fatto finora, sulle morti e sugli sforzi di tutti quelli che combattono in prima linea il contagio, chi li supporta e tutti gli altri lavoratori impegnati a mantenere il nostro stile di vita comodo anche durante una pandemia globale.