IBDL’IBD. o malattia infiammatoria cronica intestinale, è stata oggetto di studio da parte dei ricercatori del King’s College di Londra, che hanno scoperto che una dieta povera di carboidrati, ha migliorato alcuni sintomi intestinali e migliorato la qualità della vita dei pazienti. Il team, ha condotto una sperimentazione di una dieta a basso contenuto di oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli (FODMAP), in pazienti con IBD, che manifestavano sintomi persistenti nonostante l’infiammazione dell’intestino fosse sotto controllo.

Hanno scoperto che la dieta FODMAP, nel giro di quattro settimane, poteva migliorare notevolmente il gonfiore alla stomaco e la flatulenza. La ricercatrice capo, la dott.ssa Selina Cox del King’s College di Londra, ha dichiarato: “Eravamo a conoscenza che la dieta a basso contenuto di FODMAP è efficace nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS), ma, questo, è il primo studio che dimostra che è efficace anche nell’IBD, in pazienti in remissione”.

Le malattie infiammatorie croniche intestinali, comprendono il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, entrambe caratterizzate da un’infiammazione cronica del tratto digestivo. Al momento, non esiste una cura per l’IBD, ma i sintomi sono gestiti con una combinazione di farmaci antinfiammatori, immunomodulanti e chirurgia. Tuttavia, i sintomi possono persistere durante i periodi di remissione della malattia, ed è questo che incide negativamente sulla qualità della vita dei pazienti.

 

La verifica a lungo termine ci dirà le applicazioni future della dieta a basso contenuto di FODMAP

Il professor Kevin Whelan del King’s College di Londra, riferisce: “Abbiamo condotto questo studio randomizzato e controllato per stabilire se questi sintomi gastrointestinali comuni in pazienti con IBD in remissione potrebbero essere gestiti dalla dieta a basso contenuto di FODMAP. In effetti, questo potrebbe rappresentare un’opzione di gestione sicura ed economica”.

Il team ora prevede di studiare gli effetti della dieta a lungo termine, e di stabilire l’effetto della reintroduzione di FODMAP sui sintomi intestinali e sui batteri intestinali. “Nella pratica clinica, la dieta a basso contenuto di FODMAP è seguita da una fase di reintroduzione graduale, ed è fondamentale stabilire quali sono gli effetti della reintroduzione di questi alimenti sull’intestino, e se inverte i cambiamenti osservati durante la dieta a basso contenuto di FODMAP”, ha concluso la dott.ssa Selina Cox.