sclerosi-multipla

Ne abbiamo mangiato solo le bacche e, come tutti i frutti rossi, il mirtillo è molto ricco di composti fenolici, che conferiscono proprietà antiossidanti. Ma ci sono altri composti bioattivi che rimangono nel terreno coltivato senza alcun uso. I composti fenolici sono presenti in tutte le parti del cespuglio del mirtillo, ma soprattutto nelle foglie e in certi periodi dell’anno, soprattutto dopo la fruttificazione (settembre a novembre), le foglie sono ancor più ricche di questi composti.

Una nuova ricerca portoghese si prefigge di raccogliere le foglie di mirtillo, usate spesso per fare infusi e poco altro. In questo caso, i ricercatori vogliono ottimizzare un processo innovativo di foglie di mirtillo, a scapito di infusi tradizionali, al fine di ottenere una biomassa arricchita di composti bioattivi. Il risultato previsto è la generazione di un nuovo nutraceutico in grado di agire sul sistema nervoso centrale, con un potenziale neuroprotettivo e neurorigeneratore. 

 

La ricerca

Questo lavoro è ancora in una fase embrionale e “risultati concreti in relazione al suo potenziale terapeutico si attendono solo nel 2019“, dicono i ricercatori, che si affidano a un team multidisciplinare con formazione avanzata nel campo della biochimica, biotecnologia, farmacia e neurologia. 

Nessuno masticherà le foglie di mirtillo. Queste saranno trattate al fine di preservare questi composti che hanno utilità terapeutica“, specificano. L’obiettivo finale è quello di utilizzare la biomassa come integratore alimentare, sia in compresse o capsule per il trattamento della sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa con l’aumento di incidenza in giovani adulti e per i quali le attuali strategie terapeutiche sono insufficienti, il che rende la domanda imperativo di nuove soluzioni.