psoriasi

La psoriasi è una malattia con conseguenze negative non solo sul fisico, ma anche a livello psicologico. Il tutto a causa della percezione sbagliata che molte persone hanno di questa patologia. Un recente studio, condotto dall’Università di Philadelphia, ha messo in risalto alcuni dati preoccupanti sul modo in cui è percepita la psoriasi.

Più della metà delle persone esaminate hanno dichiarato che non uscirebbero con qualcuno con psoriasi, il 40% ha dichiarato che non vorrebbe stringere la mano a un paziente con questa malattia dermatologica e il 32% ha affermato che non vorrebbe avere in casa persone con psoriasi. Ciò vuol dire che in tanti non la conoscono, perché la psoriasi è un’infiammazione cronica non a carattere virale, dunque non può essere trasmessa da individuo a individuo.

 

Conoscere la vera natura della psoriasi

Per combattere i falsi miti, occorre sempre informarsi in maniera corretta e scientifica sugli argomenti. Questo vale anche per la psoriasi, una malattia dei tessuti che si sviluppa a partire dal patrimonio genetico. Si tratta di un disturbo cronico di natura infiammatoria, che affronta dei periodi recidivi e altri periodi di stasi, quando sembra scomparire quasi del tutto.

È bene approfondire questo discorso, perché molte persone ne soffrono: si calcola, infatti, che il 5% della popolazione mondiale sia affetto da psoriasi. Qui serve specificare che questa malattia può assumere diverse forme, ognuna con i propri sintomi. Basti prendere come esempio la forma che colpisce le unghie: la psoriasi ungueale, come spiegato sul sito di Trosyd, va trattata in modo specifico. Anche altre forme di psoriasi come quella guttata e quella pustolosa, insieme alle forme volgari e a quelle eritrodermiche necessitano sempre di trattamenti specifici. Alle volte i sintomi possono farsi più gravi, portando a problemi come l’artrosi e la febbre alta.

 

Nuove cure e sperimentazioni

Informarsi correttamente permette anche di venire a conoscenza delle nuove sperimentazioni contro la psoriasi. Si parla di cure attualmente in fase di test, ma che fanno ben sperare. Nello specifico, si fa riferimento a nuovi farmaci di origine biologica come il brodalumab e il tildrakizumab. Nel primo caso si tratta di un farmaco noto anche come Kyntheum, il quale riesce a portare un’interessante riduzione della sintomatologia: in base ai test effettuati finora, il brodalumab aiuta anche gli individui che soffrono di una forma psoriasica avanzata o grave.

Durante uno studio condotto a Parigi, è stata rilevata una percentuale di successo pari al 75% dei casi. Un secondo farmaco in fase di test è il già citato tildrakizumab: in questo caso ci si trova di fronte ad un anticorpo sviluppato per contrastare la cronicità di questa malattia. Anche qui si parla di un farmaco pensato per stati gravi o moderati di psoriasi, il quale verrà lanciato sul mercato molto presto avendo ricevuto il via libera da parte della Commissione Europea.

Con un occhio rivolto al futuro, oggi la lotta alla psoriasi sa di poter contare su una serie di rimedi molto interessanti.