occhio del sahara

L’Africa è piena di gioielli naturali. Tra giungle, savane, altopiani e quant’altro, si possono trovare luoghi veramente incredibili e suggestivi. Anche i deserti possono nascondere delle vere rarità di questo tipo, segreti custoditi da un mare di sabbia. Esplorare a piedi il deserto più grande del mondo, il Sahara, e sperare di trovare qualcosa è praticamente impossibile e certi luoghi era un tempo conosciuti praticamente solo alle tribù di nomadi; uno di questi era la Struttura di Richat.

 

L’Occhio del Sahara

Questo è il suo secondo nome e gli dona certamente un alone di mistero e misticità. Il grande pubblico è venuto a conoscenza di quest’opera della natura negli anni 60 quando gli astronauti di Gemini l’hanno fotografato dallo spazio; è la prima volta che qualcuno ha potuto vedere la formazione nel suo complesso. Da allora, con il progredire della tecnologia, le immagini sono via via migliorate fino al giorno d’oggi in cui possiamo ammirare il tutto per la sua bellezza e i suoi colori. Il contrasto rispetto alla sabbia e alla terra rende quel blu così splendente, mentre la parte centrale ricorda veramente una pupilla, ma cos’è questa Struttura di Richat?

All’inizio si pensava essere un cratere formatosi dall’impatto di un meteorite, ma ben presto l’ipotesi venne accantonata. Più tardi si è scoperto che si tratta di una Cupola Geologica la cui origine è dovuto ad un insieme di fenomeni avvenuti un centinaio di milioni di anni fa. Tutto è iniziato con un vulcano sotterraneo che ha spinto in superficie diversi strati di arenaria e rocce ignee. Sopra questi strati però ce n’erano altri fatti di roccia sedimentaria che col tempo sono stati erosi dall’azione del vento e dal movimento delle acque; siamo ai tempi delle Pangea. Le zone meno dense iniziarono a collassare creando i dislivelli che si possono vedere dalla foto mentre il magma sotterraneo ha aiutato ad elevare le altre parti.

Per quanto si trova in una zona pressoché disabitata, la bellezza di questo luogo è in pericolo. Così come il tempo ha permesso la creazione di questo luogo, finirà anche per nasconderlo agli occhi dell’uomo. Con l’intensificarsi della desertificazione delle zone circostanti, in un prossimo futuro, la struttura verrà quasi sicuramente coperta dalla sabbia.