Il rover Curiosity, noto anche come Mars Science Laboratory (MSL), celebra 2.000 “giorni marziani” sulla superficie del pianeta rosso. Nel corso di tutto questo tempo, il robottino della NASA ha scattato diverse immagini degne del miglior fotoreporter.
La prima immagine prodotta da Curiosity è arrivata soli 15 minuti dopo l’atterraggio su Marte il 5 agosto 2012. La ricezione delle immagini e di altri dati dipende da un satellite della NASA che sorvola l’orbita di Marte, il Reconnaissance Orbiter (MRO).
Un ciclo completo attorno al pianeta rosso di MRO determina una “giornata marziana”. La prima immagine inviata dal rover è una fotografia granulosa, realizzata dalla fotocamera Front Hazard, del luogo conosciuto come Mount Sharp. Questa fotocamera viene solitamente utilizzata dai controller del dispositivo per evitare ostacoli nei movimenti.
Ciottoli di fiume: quando Curiosity iniziò a camminare, circa 16 “soli” dopo l’atterraggio – ovvero “giorni marziani” – ci siamo imbattuti in questi “ciottoli” sul terreno. La forma arrotondata di queste pietre suggeriva che si erano formate in un antico torrente, che scorreva da un’altura presso un luogo conosciuto come Gale Crater. L’immagine catturata da Mastcam mostra questi crateri in primo piano.
Contrariamente a quello che ci aspettavamo prima dello sbarco di Curiosity, l’immagine non ha mostrato pietre di basalto primitivi e scure, ma una formazione rocciosa più varia e complessa. I ciottoli di questo antico fiume marziano ci hanno fatto ripensare a quello che credevamo fosse il processo di formazione geologica su Marte.
Il lago ancestrale: prima di atterrare e nelle prime fasi della missione, il team NASA non era sicuro di quale fosse il terreno ritratto nelle foto satellitari del MRO. Alcune aree potrebbero essere flussi di lava vulcanica o sedimenti accumulati nel letto dei laghi asciutti. Questa immagine ha risolto la domanda e ha rappresentato una svolta per l’esplorazione di Marte.
L’area chiamata Yellowknife Bay è formata da strati di sabbia fine e fango secco, depositati lì da fiumi che correvano forse un lago formato nel Cratere Gale. Sono stati estratti i primi 16 campioni di terreno dal sito nel “giorno marziano” numero 182 – ciò è stato fatto per portare il terreno e le rocce agli spettrometri che si trovano all’interno del robot. Questi, composti di argilla, materiale organico e altri contenenti azoto, hanno dimostrato che il sito è già abitabile per la vita microbica. La prossima domanda: c’è mai stata vita su Marte? rimane senza risposta.
Deep Waters: Curiosity ha raggiunto le Pahrump Hills nel “Martian Day” numero 753. Ciò che ha trovato è stato la chiave per spiegare il passato del Gale Crater. Il rover ha trovato rocce formate da sedimenti di fango, create quando questo materiale è decantato lentamente nel fondo del lago. In altre parole, il lago Gale Crater era un perenne specchio d’acqua, che esisteva da molto tempo ed era piuttosto profondo.
Una non conformità: nel sito noto come Mount Stimson, Curiosity ha rilevato una spessa formazione di arenaria ai margini del lago asciutto, separata dalla formazione geologica chiamata “non conformità”. Questa formazione significa che il processo di erosione ha continuato a verificarsi per migliaia di anni dopo che il lago si era già asciugato per creare una nuova superficie asciutta.
Deserti di sabbia simili alla Terra: il robot è arrivato alle dune di Namib nel “giorno marziano” numero 1.192. Il posto fa parte di un più ampio “deserto” chiamato Bagnold. Questo è stato il primo campo di dune attivo da esplorare sulla superficie di un altro pianeta. Curioity ha dovuto percorrerlo con cautela tra le dune. Sebbene l’atmosfera di Marte sia molto meno densa di quella della Terra, produce comunque venti capaci di trasportare abbastanza polvere per formare dune come queste, simili a quelle che vediamo sul nostro pianeta.
Fango secco: Curiosity è in grado di eseguire analisi dettagliate delle pietre trovate, grazie al telescopio e al set per il tempo libero chiamato ChemCam. Il “giorno” 1.555, nel luogo noto come Schooner Head, ha scoperto quella che sembrava essere un’antica area di fango secco e vene solfatiche.
Sulla Terra, questo tipo di formazione appare quando un’area si trova nei pressi di un lago asciutto, e su Marte non era diversa. I segni rossi sull’immagine indicano i luoghi in cui la Curiosity ha sparato i laser – la lunghezza d’onda della luce riflessa dal terreno ci ha portato informazioni sulla composizione di quel terreno.
Cielo nuvoloso: questa sequenza di immagini è stata realizzata con le telecamere di navigazione Curiosity (NavCam), nel “giorno marziano” del 1.971. Nei giorni più nuvolosi di Marte, è possibile vedere nuvole molto lisce come queste.
Le immagini sono state trattate per aumentare il contrasto, permettendo alle nuvole di muoversi nel cielo. Questo modello “a zig zag” tra le nuvole era sconosciuto fino ad allora. Le tre immagini sono state scattate entro 12 minuti.
“Selfie” obbligatori: Nel corso del tempo, Curiosity è diventato famoso proprio come alcune celebrità di Instagram, e parte di questo fenomeno è dato dal fatto che il rover ha scattato diverse “selfie” durante la sua missione.
Ma queste immagini non sono solo necessarie per rendere il robot popolare: servono affinchè il team sulla Terra possa controllare lo stato di conservazione del dispositivo. Cose come il rivestimento delle ruote e l’accumulo di polvere vengono controllati proprio i questo modo.
I selfie di Curiosity sono realizzati usando fotocamere chiamate Mahli, fissate su un braccio robotico. Le foto stesse sono prodotte unendo diverse foto ad alta risoluzione in una sorta di mosaico.
Lungo viaggio: Questa foto panoramica mostra una parte del percorso di 18,4 chilometri percorsi da Curiosity nel corso degli ultimi cinque anni, dal punto in cui è atterrato (chiamato Bradbury) a dove è oggi, al vertice Vera Rubin (VRR, il suo acronimo in inglese). Quest’ultimo era formazione prima chiamato “cresta ematite” per il fatto di contenere alte concentrazioni di questo materiale costituito da ossido di ferro. Poiché l’ematite si verifica di solito in presenza di acqua, visitare e ricercare questo sito è stata una priorità per il team di Curiosity. E’ un luogo ideale per trascorrere il “sole” numero 2.000 del rover e anche per ricordarci di tutte le scoperte che sono state fatte durante questa missione.