Il modo in cui Iron Man vola può far invidia ma, se siamo onesti, è anche un po’ impraticabile per noi comuni mortali. Anche se la nostra forza di base fosse idonea, come si suppone sia quella di Tony Stark, volare con le mani e piedi senza lasciarle fluttuare nell’aria avrebbe come risultato quello delle ossa rotte. Tuttavia, la consapevolezza apparente di questo metodo non ha impedito ad un gruppo di ricercatori italiani di far tentare l’impresa ad un robot.

Un robot umanoide volante può avere applicazioni proprie – come fare riparazioni o ispezioni o potrebbe servire come inizio e banco di prova della ricerca verso un esoscheletro in grado di avviare la possibilità del volo umano. 

Lo studio descrive un quadro fondamentale per il controllo di tale robot, con l’ipotesi che la propulsione provenga sia dalle mani che dai piedi (di un bot virtuale, di nome iCub con un volto che ricorda quello di un bambino).

Anche se lo scetticismo potrebbe prendere il sopravvento, nonostante più o meno tutti abbiano sognato un giorno di poter volare, tutto ciò ha un senso per i robot. Le piccole e sottili regolazioni necessarie per mantenere un volo stabile sono difficili da fare per un essere umano, mentre un robot potrebbe eccellere in ogni aspetto. Il monitoraggio costante persino dei minimi movimenti e le variazioni di spinta dovrebbero essere contrastati, producendo un vettore desiderato abbastanza diretto.

In teoria, comunque. I ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova non hanno ancora messo in pratica la teoria. Il set di controlli fondamentali deve ancora essere stabilito – innanzitutto, capire cosa fare e come renderlo reale. Lo scopo è quello di poter affrontare le complesse questioni di navigazione di un vero e proprio robot con resistenza di massa e aria usando proprio quei controlli.

 

L’autore principale dello studio, Daniele Pucci, risponde ad alcune domande riguardo il progetto IEEE Spectrum:

“A mio parere, il controllo di un robot umanoide volante porta a una serie di domande teoriche e pratiche. Ad esempio, un quadro generale di controllo che comprende manipolazione, contatto-locomozione e volo è ancora mancante e il ruolo dell’attivazione ausiliaria (jet?) Durante la locomozione di contatto dei robot umanoidi non è chiaro. Ad esempio, qual è la velocità di camminata a cui è più conveniente ruotare l’azionamento ausiliario? Come affrontare gli impatti di atterraggio per una transizione adeguata tra volo e camminata?”

Tutto ciò lascia spazio a sviluppi futuri.