asteroide
Gli scienziati studiano il cratere Chicxulub

Nella breve esistenza dell’umanità moderna su questo pianeta – una linea temporale che risale a soli 200 mila anni or sono – non abbiamo sperimentato nulla di paragonabile ai violenti e drammatici eventi che hanno sconvolto la Terra in passato. In realtà, come dimostra una nuova ricerca, ciò che si verifica quando un asteroide abbastanza grosso colpisce il nostro pianeta va oltre la nostra immaginazione.

Un team internazionale di scienziati ha curato la simulazione della formazione del famoso cratere di Chicxulub. Sepolto sotto l’oceano al largo della penisola messicana dello Yucatan, Chicxulub si è formato circa 66 milioni di anni fa, quando un asteroide di quasi 10 chilometri di larghezza si è schiantato con il pianeta. L’impatto, che si stima essere stato il terzo più grande e forte subito dalla Terra, ha generato un cratere di oltre 177 Km di larghezza e 19 Km di profondità. E con una violenza tale da aver spazzato via la maggior parte della vita sulla Terra, compresi i dinosauri.

Per capire meglio quale fu l’impatto di Chicxulub sull’area, i ricercatori hanno trascorso un mese su una piattaforma di perforazione sopra il Golfo del Messico. Sulla base di alcuni campioni raccolti ad una profondità di 610 metri, il team è stato in grado di misurare come l’impatto abbia violentemente squarciato la crosta terrestre. In un arco temporale di pochi minuti, l’asteroide si è conficcato nella crosta, spostando qualcosa come 48.000 miglia cubiche di roccia e sollevando la crosta inferiore per oltre 24 chilometri. La roccia sedimentaria di cui sopra è diventata quasi fluido e, ondeggiando, ha innescato la formazione di una catena montuosa più alta del monte Everest. Questa è crollata minuti più tardi, con l’onda d’urto delle rocce spinte indietro verso il punto di impatto e di rottura.

Tutto sommato, l’impatto ha avuto più di un miliardo di volte l’energia delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki alla fine della Seconda Guerra Mondiale. “Queste rocce devono aver perso la loro forza e coesione ed il loro attrito si è ridotto“, ha spiegato il co-autore dello studio e professore Joanna Morgan dell’Imperial College di Londra. “Quindi, sì, temporaneamente si sono comportate come un fluido. E’ l’unico modo in cui si può formare un cratere come questo“.

Oltre che nei pressi dello Yucatán, l’impatto ha innescato terremoti globali, mega-tsunami, incendi ed eruzioni vulcaniche violente. Si stima che un “inverno glaciale” di diversi anni ha impedito alla luce del sole di raggiungere gran parte del globo.

I ricercatori sperano che Chicxulub possa produrre ulteriori indizi sul modo in cui i corpi planetari, come asteroidi e comete, possano influire con grandi impatti. Oltre ad essere interessante un elemento per studiare l’estinzione delle specie viventi, è interessante anche perché si tratta di un cratere ben conservato e molto grande al quale si può accedere senza lasciare il pianeta. E’ equivalente allo studiare grandi crateri come, per esempio, quelli sulla Luna, su Mercurio o su Marte. Ma, ovviamente, ad una frazione del costo.