
Viviamo in un mondo di invidiosi. Non è un’opinione personale ma quanto ha rivelato da una recente ricerca spagnola, secondo la quale l’invidia è il tratto personale più diffuso al mondo. Secondo gli studiosi dell’Università di Madrid e altri atenei spagnoli, il 90% della popolazione può essere classificata in base quattro aspetti della personalità: ottimisti, pessimisti, fiduciosi e invidiosi. Questi ultimi sarebbero in maggioranza, il 30% del totale rispetto al 20% degli altri.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, ha analizzato le risposte di 541 partecipanti sottoposti a centinaia di dilemmi sociali, con opzioni che li portavano, a seconda degli interessi, alla collaborazione o al conflitto con gli altri. Dai risultati è emerso che gli invidiosi erano il maggior numero (30%), seguiti dagli ottimisti, dai fiduciosi e dai pessimisti (tutti al 20%). Oltre a questi vi è un 10% che i ricercatori non sono riusciti a classificare in una delle quattro categorie.
E in Italia quanto siamo invidiosi? Secondo l’ultimo Rapporto Eurispes, “l’invidia è il vizio che blocca l’Italia”. Gian Maria Fara, presidente dell’Istituto di ricerca che ogni anno fotografa la situazione politica, economica e sociale italiana, il nostro paese è rallentato dalla cosiddetta “Sindrome del Palio”. «La regola principale – afferma Fara – è quella di impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona».
“Invidia e gelosia si traducono in rancore e denigrazione. – si legge nel rapporto – Odiamo e denigriamo il nostro vicino più bravo e, invece di impegnarci per raggiungere risultati migliori e superarlo in creatività, efficienza e capacità, spendiamo le nostre migliori energie per combatterlo, per mortificarne i successi, per ostacolarne o addirittura bloccarne il cammino. Insomma un vero e proprio “spreco di potenza”, una filosofia del ‘contro’ invece che del ‘per'”.